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Corriere della Sera

Re Carlo apre le porte di St James's Palace a Londra alla moda italiana e alla sua «agricoltura rigenerativa»

di Enrica Roddolo

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Foto di Getty

Ricercatori, imprenditori, popoli indigeni riuniti a corte dal sovrano che ha incontrato i manager di Cucinelli e Armani con Federico Marchetti anima della task force moda della Sustainable Markets Initiative del re.

LONDRA - A St James’a Palace a Londra, a un passo da Clarence House residenza di re Carlo e da Buckingham Palace sua reggia operativa, ieri il sovrano britannico ha incontrato la moda italiana nell’ambito del lancio della Circular Bioeconomy Alliance.

L’occasione per la presentazione dei primi risultati dei progetti di agricoltura rigenerativa di due maison italiane, Giorgio Armani e Brunello Cucinelli. Progetti lanciati da Federico Marchetti con la Sustainable Markets Initiative voluta dal re per dare impulso a tutte le industrie a intraprendere un percorso più sostenibile. E il nostro «re» nazionale dello stile, Giorgio Armani, ha così presentato ieri per mano del Deputy managing director Giuseppe Marsocci a re Carlo la prima t-shirt realizzata con cotone frutto del progetto della Maison in Puglia. Mentre Cucinelli ha offerto, tramite il Ceo Riccardo Stefanelli al sovrano britannico i primi manufatti risultato dell’impegno della casa di moda di Solomeo sull’Himalaya nella regione del Ladakh.

A St James’s Palace, davanti al re e a un centinaio tra scienziati, ricercatori e imprenditori, investitori ma anche leader indigeni impegnati a sostenere l’economia circolare, Marchetti ha ricordato di aver affidato alla task force moda all’interno del progetto Sustainable Markets Initiative di re Carlo un mantra: il primo, un digital product passport (per tracciare la provenienza dei capi) e tutti i membri della task force ormai sono nella fase dell’implementazione della carta di identità o passaporto digitale. Il secondo, una Regenerative Agriculture for fashion.

Sono infatti le due grandi sfide nelle quali il fondatore e ceo di Yoox Net-a-Porter ha coinvolto Armani (siede anche nel board della maison italiana), e Cucinelli, oltreché Stella McCartney, Burberry e Chloé. La task force moda da ultimo si è aperta anche a un’altra maison italiana, Prada.

E sono proprio i primi risultati di questo secondo «impegno» green della task force moda della Sustainable Markets Initiative ad esser stati presentati ieri nell’antica reggia dei reali britannici, fra le stesse mura dove alla morte di Elisabetta II, re Carlo III si presentò davanti all’Accession Council per raccogliere solennemente il ruolo di nuovo sovrano.

Re Carlo ha soppesato fra le sue mani i primi manufatti realizzati con l’agricoltura rigenerativa delle nostre case di moda italiane, impressionato dalla velocità con la quale le idee sono diventati realtà.

La Brunello Cucinelli ha finanziato il progetto di agricoltura rigenerativa sull’Himalaya: nell’Est dell’Himalaya si è puntato sull’agricoltura rigenerativa, con la piantumazione di un milione di alberi, mentre a Ovest si è lavorato sull’allevamento. E’ l’Himalayan Regenerative Fashion Living Lab.

Quanto al progetto di Armani si tratta dell’Apulia Regenerative Cotton Project di Armani con la Circular Bioeconomy Alliance, l’Istituto Forestale Europeo, il Crea e Pretaterra. Obiettivo: incrementare la fertilità del suolo e risparmiare acqua, producendo cotone a ridotto impatto ambientale. «Un progetto audace e innovativo che ha un significato speciale per me e per la mia azienda. Partecipare attivamente allo sviluppo del cotone rigenerativo agroforestale, per di più sul territorio italiano», come aveva spiegato al lancio dell'iniziativa, Giorgio Armani.

Braccio operativo del manifesto verde di Carlo, «Terra Carta», Smi che ha tra i primi firmatari Brian Moynihan di Bank of America, sostenitore della prima ora, funziona infatti per task force. E oltre a quella Moda, conta task force per Tecnologia e tlc, Legale, Medicale, Private equity e Turismo: in totale oltre 180 ceo da tutto il mondo, per una ventina di team operativi per affrontare il problema ambientale. Pure una task force per contrastare l’inquinamento dello spazio, lanciata con «Astra Carta». E il logo di Astra Carta, come di Terra Carta e di The SMI è firmato da Sir Jony Ive (già designer Apple) col suo team creativo LoveFrom.

Pubblicato su Corriere.it

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