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Corriere della Sera

Alla Cop 28 Re Carlo, Marchetti e i mille ceo: «Il settore privato al servizio della transizione»

di Enrica Roddolo

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La Sustainable Markets Initiative, il piano per la transizione green del mondo del business, lanciato da Carlo a Davos 2020, cambia pelle. E si struttura come impresa: la Sustainable Markets Initiative Limited (SMI). Con una ceo e un advisory council nel quale hanno un posto i chairman, i presidenti delle diverse task force operative. L’italiano Federico Marchetti, fondatore di Yoox, guida la task force «Moda».


Terra Carta e la Sustainable Markets Initiative

Braccio operativo del manifesto verde del re, «Terra Carta», Smi funziona infatti per task force. E oltre a quella Moda, debutta per la Cop 28 quella su Technology, media e telecomunicazioni, dopo le task force Legale, Medicale, Private equity e Turismo: in totale oltre 180 ceo da tutto il mondo, per una ventina di team.
C’è una task force pure per contrastare l’inquinamento dello spazio, lanciata con «Astra Carta». E il logo di Astra Carta, come di Terra Carta e di The SMI è firmato da Sir Jony Ive (già designer Apple) col suo team creativo LoveFrom.
Tra i primi firmatari SMI: Coutts, la «banca della regina» e i Lloyds di Londra. Con Brian Moynihan, ceo di Bank of America, sostenitore della prima ora.


Parla la Ceo del piano del Re

Jennifer Jordan-Saifi, la prima ceo del progetto per la transizione green delle imprese voluto dal re, parla per la prima volta. «Dobbiamo far crescere un’economia e un mondo del business sostenibili, trasversalmente alla catena del valore e alla supply chain — dice da Londra a L’Economia —. E sfruttare il potere di trasformazione del settore privato, degli investimenti e dei capitali, dell’innovazione è strategico per sbloccare risultati concreti per questa transizione».
E anticipa i piani in vista della Cop28 a Dubai: «Per la prima volta alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il settore privato è stato incluso come parte ufficiale del programma attraverso il Business and Philanthropy Climate Forum. Assicurando questa piattaforma, unica e inclusiva, ai decision-maker, il focus sarà accelerare e replicare il processo di transizione in tutto il mondo».

Quale ruolo avrà alla Cop 28 la Sustainable Markets Initiative? «In quanto la più qualificata struttura per la transizione sostenibile del settore privato siamo orgogliosi di essere partner strategico del Forum», risponde la ceo di SMI, Jennifer Jordan-Saifi.
Con oltre mille ceo globali iscritti al Forum, il mondo delle imprese chiede un posto al tavolo di discussione sull’ambiente. Il settore privato sta investendo trilioni nella transizione green, e chiederà di essere incluso nelle future Cop, almeno fino al 2030.
Il 30 novembre a Dubai ci sarà dunque una Royal Reception con il presidente degli Emirati, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan e con re Carlo III invitato a tenere lo speech di apertura della Cop28.


Marchetti e i piani per la moda

«Sarà l’occasione per lanciare il Cop28 Business & Philantropy Climate Forum, con il summit sulla moda dal titolo Pioneering Fashion Sustainability», spiega Federico Marchetti, presidente della Fashion task force di SMI di cui è pure non-executive director e membro dell’Advisory council (oltreché trustee della nuova King’s Foundation e nel cda di Highgrove Gardens, che fa capo sempre al re).
Nella task force Moda, Marchetti ha aggregato da Burberry a Chloé, fino ad Aura Blockchain e dunque Lvmh e Prada che partecipano alla struttura per la blockchain. Chi porterà al summit della moda green? «La designer britannica Stella McCartney,tra i primi nel piano verde del Re. E Riccardo Stefanelli, ceo di Cucinelli che sta lavorando con un piano di agricoltura rigenerativa sull’Himalaya. Oltre a Natasha Franck, fondatrice e ceo di Eon che fornisce i capi di un passaporto digitale», anticipa Marchetti.


Passaporto digitale

«Sono infatti due gli obiettivi della task force: Digital Id, la carta di identità digitale per i capi, che dica con quali materie prime e dove sono fatti, visto che l’UE lo renderà obbligatorio a partire dal 2026/27. E avviare progetti di agricoltura rigenerativa, nel nostro caso una Regenerative Fashion. Un esempio è il piano finanziato da Cucinelli sull’Himalaya. E anche Giorgio Armani, che è coinvolto in Smi, sta lavorando a uno straordinario progetto di agricoltura rigenerativa in Italia che sta riportando, dopo 60 anni, la produzione di cotone in Puglia».


Giorgio Armani e il cotone Made in Puglia

È l’Apulia Regenerative Cotton Project di Armani con la Circular Bioeconomy Alliance, l’Istituto Forestale Europeo, il Crea e Pretaterra. Obiettivo: incrementare la fertilità del suolo e risparmiare acqua, producendo cotone a ridotto impatto ambientale. E il primo cotone made in Puglia, dopo nove mesi, è già stato raccolto. «Un progetto audace e innovativo che ha un significato speciale per me e per la mia azienda. Partecipare attivamente allo sviluppo del cotone rigenerativo agroforestale, per di più sul territorio italiano», come ha spiegato Giorgio Armani. Intanto, in molti stanno bussando da mesi alla porta della task force moda del re. Nuovi ingressi? «La task force moda crescerà ogni anno con un ingresso, quest’anno è entrata la spagnola Puig», risponde Marchetti. E anticipa: «Nel 2024 apriremo la porta invece a un’azienda italiana».

Pubblicato su Corriere.it

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