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Il Sole 24 Ore

Sorpresa. In Italia la meritocrazia esiste, almeno nel caso Yoox

di Giulia Crivelli

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Foto di GettyImages

La biografia del fondatore Federico Marchetti, oggi consigliere di Re Carlo sui temi della sostenibilità, si intitola «Le avventure di un innovatore» (Longanesi)

Oggi Federico Marchetti presenta il suo libro all’Emporio Armani Café di Milano; domani sarà a Breganze (Vicenza) per parlarne con Renzo Rosso. Non c’è niente di casuale: Giorgio Armani (che firma anche la prefazione) e il fondatore del gruppo Otb sono tra le persone più citate ne Le avventure di un innovatore (Longanesi), la biografia che Marchetti – noto soprattutto come fondatore di Yoox, primo vero sito di e-commerce europeo e globale della moda – ha scritto con Daniela Hamaui. Il titolo è quasi ingannevole, perché il libro parte dall’infanzia a Ravenna, dove Marchetti nacque nel 1969, e arriva all’oggi, gettando diversi ponti verso il futuro, personale e professionale, di un 54enne che sembra aver conservato la curiosità e l’intraprendenza del bambino che correva in edicola a comprare il nuovo «Topolino», lo divorava e poi lo rivendeva agli amici. Due caratteristiche temprate, non già smussate, dalle sue «avventure di innovatore» e alle quali Federico Marchetti ha unito prima di tutto una solidissima istruzione (laurea alla Bocconi e master alla Columbia di New York).

Racconta di aver avuto il mito degli Stati Uniti e dell’American dream fin da prima dell’università, senza forse sapere cosa avrebbe voluto dire per lui. Ma se per sogno americano intendiamo raggiungere traguardi eccezionali (il «New York Times»definì Marchetti «l’uomo che ha portato la moda sul web») senza scorciatoie né privilegi acquisiti, la definizione calza a pennello. L’invito ripetuto innumerevoli volte nel libro ai giovani, intese come persone che pensano a come costruire la loro indipendenza, in primis economica, è a non avere paura, a restare foolish (in memoria di Steve Jobs, ovviamente) e allo stesso tempo concentrati su un obiettivo. Invito meritorio e sicuramente sincero e sentito, ma è come se Marchetti – lo ammette egli stesso in un passaggio del libro – non si fosse mai lasciato alle spalle la «sindrome da impostore», quella sensazione sussurrata da demoni interni, più che esterni, di non meritare davvero quello che ci si è conquistati. Invece pare di poter dire che il fondatore di Yoox sia l’esempio vivente di come la meritocrazia esista persino in Italia. Nata nel 2000, portata in Borsa nel 2009, poi fusa con l’allora principale concorrente Net-a-porter in Ynap e infine venduta a Richemont, terzo gruppo del lusso al mondo dopo Lvmh e Kering, Yoox è il frutto – forse irripetibile – di entusiasmo, curiosità e fiducia nelle persone, oltre che nell’innovazione («ho due anime che convivono con serenità – scrive –. Credo nella tecnologia e in un nuovo umanesimo»). Dell’alchimia fanno parte però anche coraggio, coerenza e, sì, grandezza d’animo e, last but not least, autoironia. Persino su questa caratteristica Marchetti si rifugia nell’understatement, attribuendo la facilità nei rapporti personali al suo essere romagnolo. Mentre l’empatia è stata coltivata con cura: divertente l’elenco dei regali con i quali Marchetti si presenta agli incontri importanti, da quello con Johann Rupert, presidente di Richemont, a quello di compleanno per Re Carlo III.

Nel libro si racconta nel dettaglio il periodo che va dal 2000 al luglio 2021, quando il fondatore di Yoox lasciò Ynap, di cui era all’epoca ceo, ma molti dei fatti ricordati sono noti a chi ha seguito la storia dell’e-commerce nella moda. Ancora più interessanti sono le (poche) righe dedicate agli incontri ravvicinati con Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg, Sergio Marchionne e altri: Polaroid che raccontano più di mille articoli di cronaca o notizie di Borsa. Ci sono poi passaggi che riguardano persone delle quali chi lavora nella moda – e non solo – molto già sa, da Armani e Rosso a Franca Sozzani, da Domenico Dolce e Stefano Gabbana ad Anna Wintour. Ma è uno sguardo discreto e allo stesso tempo profondo e, di nuovo, umano. Marchetti ammette tutti i suoi errori, piccoli e grandi, individua gli incontri sbagliati e quella che definisce «mancanza di tempismo», non sembra però provare rancore per alcuno, né rimpianti, forse ancora più importante.

Tranne uno: che Elserino Piol, l’uomo che per primo finanziò la “pazza idea” di Yoox e per il quale dice di avere il più grande debito di gratitudine, sia di recente scomparso e non possa leggere il libro. Marchetti è stato pioniere anche sulla sostenibilità, quando nessuno ne parlava. Condivide il sogno di una moda più rispettosa dell’ambiente e delle persone con Re Carlo. Speriamo che il suo tocco alchemico trasformi il sogno in realtà.

Pubblicato su Il Sole 24 Ore

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