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La Repubblica

Federico Marchetti: “Re Carlo mi ha presentato a Mattarella come la sua arma segreta italiana”

di Eva Grippa

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Foto di Giulio Salotti

L’imprenditore, ravennate per nascita e amico di Carlo III, racconta il viaggio del sovrano britannico a Roma e Ravenna. “Solo un uomo brillante riesce a mettere assieme in un discorso Byron e i Monty Python, Dante ed Ed Sheeran” dice, “Mi ha sollecitato un progetto per unire Italia e Regno Unito. Sono il suo link tra i due Paesi”

Naso all’insù, il re ammira i mosaici bizantini della Basilica di San Vitale a Ravenna: partiamo da questa immagine per commentare il viaggio del sovrano britannico in Italia assieme al visionario imprenditore Federico Marchetti, fondatore di Yoox oggi impegnato in progetti per l’ambiente, ravennate per nascita, chiamato ad accompagnare “l’amico” Carlo III in una visita che fa da ponte tra storie personali e impegni globali.

“Il suo interesse era palpabile. Quella dei mosaici è un’immagine superlativa e Sua Maestà desiderava da tempo ammirarla”, ci dice l’imprenditore. “Non è stata una semplice tappa, ma l’arrivo in un luogo che desiderava vedere da tempo”.
La visita è stata organizzata dall’Ambasciatore e dal Console Britannico in Italia, ma è stato Marchetti a regalargli un libro in inglese, Ravenna di Judith Herrin, ai tempi del consolidarsi di un legame che li ha portati a lavorare assieme per la moda sostenibile. Il re ha visto infatti in Marchetti un alleato strategico per affrontare le sfide ambientali nel mondo della moda e così gli ha affidato la guida della Fashion Task Force, un gruppo di lavoro sostenuto dalla Sustainable Markets Initiative che coinvolge grandi nomi dell’industria globale con l’obiettivo di trasformare le filiere produttive in chiave sostenibile e responsabile.

Chi è lei, per Carlo?
“Definirmi amico è una parola grossa. Preferisco usare parole usate da Sua Maestà nel presentarmi al presidente Mattarella al mio arrivo al Banchetto di stato, a Roma”.
Parliamo della serata al Quirinale organizzata lo scorso 9 aprile, quindi. Quali sono state le parole del re?
“Il cerimoniale prevedeva una lunga presentazione per i 150 ospiti: all’arrivo ti consegnano un cartellino con nome, titolo o ruolo - nel mio caso: Federico Marchetti, fondatore di Yoox e presidente della Fashion Task Force di HM Re Carlo – che viene passato a chi ha il microfono perché annunci uno per uno tutti gli invitati; ti metti in fila e vai a stringere la mano, nell’ordine, alla figlia del presidente, a Mattarella, poi al re e infine alla regina. Invece, quando sono comparso io tra tanti volti sconosciuti, il re ha rotto il cerimoniale: si è teso a stringermi la mano per primo e mi ha presentato lui, a Mattarella, definendomi il suo “Italian Secret Weapon”. Alla definizione di arma segreta italiana il presidente ha sorriso divertito. Bizzarro che fosse il re britannico a presentare un italiano al suo capo di Stato, che tra l’altro mi ha nominato Cavaliere del Lavoro nel 2017”.
E la regina Camilla?
“Ha chiesto di me, quando è arrivata a Ravenna perché la regina ha una buonissima memoria, oltre ogni aspettativa. Le avevo parlato della mia città solo qualche mese fa, durante l’Italian Dinner organizzata dall’Ambasciata italiana assieme alla King’s Foundation presso la residenza reale di Highgrove, occasione in cui avevo avuto l’onore di sedere al suo fianco: Stanley Tucci alla sua destra, io alla sua sinistra. A quella cena avevo portato molti imprenditori italiani che fanno parte della nostra Task Force, da Donatella Versace a Renzo Rosso”. C’erano anche Brunello Cucinelli, Helen Mirren e David e Victoria Beckham, a celebrare l'eccellenza italiana nel mondo dello slow fashion e dello slow food.
Il vostro rapporto è nato parlando di scarpe vecchie, quando ha invitato l’allora principe di Galles a un evento organizzato nella sede Yoox di Londra: avete rotto il ghiaccio guardando i vostri piedi calzati in accessori ultra decennali. Cosa continua a unirvi, oggi?
“Una progettualità basata sull’azione. Al re non piacciono le chiacchiere, ma i professionisti che fanno quello che promettono di fare. Penso sia questo che Sua Maestà apprezzi di me, e in generale nelle persone. Poi certo, ci sono gli ideali condivisi: ovviamente in fatto di sostenibilità Carlo è stato il vero pioniere, ha iniziato a parlarne nel febbraio 1970 quando io ero appena nato. Prima di chiunque altro. E infine condividiamo una forte fede nel valore dell’educazione e nella formazione dei giovani, che ci ha unito nel progetto Modern Artisan”.
A Ravenna abbiamo visto Carlo III porre l’ultimo tassello di un mosaico che raffigura lui e la regina, consegnato in regalo dagli studenti, ed è tornato alla mente quello che lei ha scritto nel suo libro, Le avventure di un innovatore, riguardo alla consuetudine di lavorare “una tessera alla volta”, avendo ben chiara nella mente la visione d’insieme. È un metodo di lavoro che condividete, lei e il re?
“È quello che ho fatto sempre, con la mia impresa e ogni altro progetto: mettere a fuoco una visione finale e arrivarci tesserina dopo tesserina. Mentirei se dicessi che questo è anche il metodo di lavoro di Sua Maestà, però riflette il susseguirsi di incarichi che mi ha affidato. Prima Modern Artisan, poi la presidenza della Fashion Task, poi il ruolo nel consiglio di amministrazione della King’s Foundation, che promuove educazione, cultura e sostenibilità attraverso l’arte, l’architettura e l’artigianato, e infine il posto del board di Highgrove, la storica tenuta reale nel Gloucestershire. È soddisfatto dei progetti che realizzo su suo incarico, come quello che ha portato Giorgio Armani a coltivare cotone in Puglia secondo pratiche di agricoltura rigenerativa”.

Delle 19 visite di re Carlo in Italia questa è stata quella di maggior successo, forse perché le persone l’hanno messo a fuoco per la prima volta senza metterlo in relazione a qualche personaggio ingombrante (la madre regina, la prima moglie Diana, il figlio ribelle Harry). È emerso a livello umano, per così dire. Cosa ne pensa?
“È un uomo appassionato e ironico, e che capolavori quei suoi due discorsi, tenuti a Montecitorio e al Banchetto di Stato! Solo un uomo brillante riesce a mettere assieme Byron e i Monty Python, Dante ed Ed Sheeran, in un mix tra arte, cultura e contemporaneità. Se è tornato qui da noi tante volte non può essere un caso e anzi, credo che non lo sia nemmeno la sua volontà di avviare la nostra collaborazione: mi ha sollecitato un progetto per unire Italia e Regno Unito. Sono il suo link tra i due Paesi”.

Mentre re Carlo era a Ravenna, nel settore moda è avvenuta una grande scossa: il gruppo Prada ha comunicato ufficialmente l’acquisizione di Versace, riportando così il brand in Italia. Le reazioni sono positive, anche a livello di pubblico. Cosa ne pensa?
“Ho molta stima del Gruppo Prada, che è entrato a far parte della Fashion Task Force della Sustainable Markets Initiative nel febbraio 2024 e ne resta uno dei più importanti membri. Io stesso ho portato Lorenzo Bertelli tra gli ospiti dell’Italian Dinner a Highgrove, e così Donatella Versace. Credo che i due marchi siano diversi, molto diversi. Ma che possa star qui la chiave del successo di questa acquisizione, perché le differenze rendono più grandi. Prada e Versace sono identificati da due stili molto lontani tra loro e proprio qui sta la ragione della decisione. Non si comprano cose uguali, perché una finirebbe per andare peggio dell’altra; si comprano cose dissimili per trovare dei punti di contatto e procedere assieme. La diversità è un valore”.

Pubblicato su Repubblica.it

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