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Federico Marchetti e le sue Avventure di un innovatore: «Non esistono ricette universali, ma solo tante storie»

di Paolo Armelli

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Foto di Daniele Venturelli/Getty Images

L'inventore rivoluzionario di Yoox si racconta a tutto tondo, tra successi ed errori, insegnamenti e speranze.

Federico Marchetti firma il suo primo libro, Le avventure di un innovatore, in cui ripercorre la sua carriera per dare coraggio a chiunque voglia tentare di cambiare le cose.

«Una vita intensa, piena di sliding doors, errori, successi, sincerità, problemi personali, famiglia, di tutto di più»: così Federico Marchetti ci descrive il contenuto de Le avventure di un innovatore, il suo primo libro uscito in questi giorni per Longanesi. Scritto assieme alla giornalista Daniela Hamaui, ripercorre le tappe di una carriera e di un'esistenza che in tanti pensiamo di conoscere: Marchetti, in fondo, è il visionario fondatore di Yoox, il primo e rivoluzionario e-commerce di moda, divenuto il primo unicorno italiano fondendosi poi con Net-A-Porter. Lasciata nel 2021 l'azienda da lui stesso creata, ora si dedica alle sue passioni, ma sempre preso da mille attività, per esempio sedendo nel cda di Armani o ricoprendo il ruolo di presidente della Fashion Task Force della Sustainable Markets Initiative fondata da re Carlo III, di cui è ormai amico e confidente (era anche alla sua incoronazione).

Ma quello che non si sa, di Marchetti, sono i tanti episodi di una scalata ostinata e resiliente: dall'infanzia a Ravenna in cui non aveva nemmeno una camera tutta sua al colpo di fortuna nell'iscrizione alla Bocconi, per poi passare alla Columbia University e a società come Lehman Brothers. Poi, ovviamente, i retroscena della nascita di Yoox, le intuizioni e i passi falsi, i successi e gli imprevisti, gli alleati e i tanti clienti da cui ha imparato sempre tanto. È la prima volta che il grande innovatore decide di mettere tutta la sua esperienza nero su bianco: «Prima è arrivata un'offerta da una casa editrice che poi alla fine non ho scelto, però mi ha messo il pallino, ho iniziato a pensarci», ci racconta: «Quindi a dire il vero non è stata una mia idea, ma sono giunto alla conclusione che sarebbe stato utile farlo: in un momento di incertezza, come quello attuale, i giovani hanno ancora meno punti di riferimento. Secondo me era giusto raccontare una storia che oggettivamente è bella e che potesse infondere un po' di coraggio».

Nasce dunque un libro che parla ai più giovani, ma non solo: «È dedicato a tutti quelli che non si sono ancora buttati a fare qualcosa per paura di sbagliare. Volevo togliere questo timore perché alla fine l'unica cosa veramente importante nella vita, secondo me, è fare con passione quello che vuoi davvero fare», spiega lui. Il rischio, nel caso di volumi come questo, è però di assumere la posa da guru che dispensa massime di vita. Tuttavia, come dice Giorgio Armani nella fulminante introduzione da lui firmata: «Non credo ai manuali, men che meno nelle formule valide per tutti. Federico la pensa come me». Ma come scampare a questa tentazione? Marchetti è molto chiaro su questo: «Fin dall'inizio il bivio è stato: fare un manuale di business, su come fare dalla A alla Z, mettendomi su un pulpito oppure ribaltare il processo, da top down a bottom up, affinché siano i lettori a pigliare quello che pensano sia più interessante, la cosa più giusta per loro. Perché siamo tutti diversi e le ricette univoche non esistono, esistono solo le storie».

E qui la storia di Federico Marchetti è raccontata con grande schiettezza, non avendo paura di menzionare anche le esperienze negative, le situazioni che si sono messe per traverso, persino i nomi di chi non ha risparmiato qualche sgarbo. È la confessione di un uomo realizzato e sicuro del suo percorso, che non rifugge nemmeno dagli errori (vedi alla voce sex toys, per esempio) e non ha paura di lanciarsi senza paracadute: «A volte manca il coraggio, ma io voglio spiegare che in tante situazioni in cui ci capitano delle sliding doors bisogna provarci. Quante persone rimangono in una situazione insoddisfacente per la paura di cambiare? Volevo solo comunicare che, se ce l'ho fatta io, che quando mi sono licenziato non avevo una lira e dovevo restituire i debiti, con la prospettiva sennò di andare in Brasile a fare la piadina romagnola, magari qualcun altro dice: ok, ci provo».

Schiettezza dicevamo, e non mancano ne La avventure di un innovatore episodi succosi, come lo spremidentifricio regalato all'allora principe Carlo, una gaffe geopolitica con Richard Gere o un sushi “rubato” a Bill Gates. Ma c'è qualcosa che è stato lasciato fuori da questo libro? «Diciamo che ho messo praticamente tutto, nel senso che è stata una ricostruzione intensa e lunga di un sacco di avventure, e l'ho chiamato “avventure” anche per dare l'idea di leggerezza, come Le avventure di Pinocchio. Sono tante storie di una vita, secondo me non manca niente». Partendo a ritroso, si può dire che il destino di Federico Marchetti fosse segnato fin dall'anno di nascita: «Il 1969 è l'inizio di una nuova epoca, quella della ricerca di nuove galassie da raggiungere e conquistare. Il mondo non basta più», scrive nelle pagine del libro.

E allora la domanda, a conclusione dell'intervista, sorge spontanea: il mondo, ora, gli basta? «Più che bastare, ora il mondo bisogna salvarlo. Sono andato di recente con Stefano Mancuso (botanico e saggista, ndr) a parlare di alberi in alcune scuole svantaggiate. Questi studenti ora ameranno sicuramente le piante, perché oggi come oggi dobbiamo essere attivisti». Abbiamo speranza, dunque, di salvare questo pianeta? «Certo, ma solo grazie ai giovani».

Pubblicato su Vogue.it

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