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Corriere della Sera, Luglio 2021

YOOX è stato come un figlio

di Matteo Persivale, luglio 23, 2021

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Tutte le sere racconto una storia a mia figlia, e lei si addormenta tenendomi la mano. È per me una gioia indescrivibile, come per tutti i genitori. Come tutti i genitori però, so anche che un giorno mia figlia diventerà grande, e sarà indipendente, e vivrà la sua vita. Yoox, per me, è stato in un certo senso come un figlio. Adesso, dopo 22 anni, è ora di lasciar andare Yoox per la sua strada. Non potrei essere più orgoglioso di quel che è stato fatto».

Federico Marchetti, 51 anni, fondatore di Yoox e poi di Yoox Net-A-Porter, multinazionale dell’e-commerce della moda, primo e finora unico italiano a inventare un «unicorno» del settore tech (una startup passata da 0 a 1 miliardo di dollari), lascia la presidenza della sua creatura, il periodo di transizione è finito e questo è l’ultimo giorno di lavoro nel suo ufficio futuristico sui Navigli, a Milano, una specie di astronave decorata da oggetti d’arte (è un collezionista).

«Lascio le cose perfettamente a posto: il nostro azionista Richemont ha reso noti i suoi risultati finanziari, inclusi quelli dei distributori online di cui Ynap costituisce la parte principale: +86% nell’ultimo trimestre. È un successo straordinario di tutti i nostri team, abbiamo quasi raddoppiato i ricavi del trimestre dello scorso anno - spiega - Volevo lasciare con un piano di successione ben fatto, annunciato 18 mesi fa e messo “on hold” a causa del Covid; poi abbiamo riaperto la pratica a settembre 2020, c’è stata la nomina del nuovo ceo, il francese Geoffroy Lefebvre, figura affidabile che ha già lavorato con me: non c’è neanche quel vago fattore di rischio associato a volte all’ingresso di una figura esterna... Il top management di Richemont si è comportato molto elegantemente, come si dovrebbe fare tra azionista e imprenditore e spesso purtroppo non accade: l’altro giorno mi hanno sorpreso, sono arrivati da Ginevra e abbiamo brindato tutti insieme. Sono valori anche questi: lasciarsi con eleganza e correttezza».

In sostanza, il contrario dei manager stile après moi le deluge : «Sì, ci sono anche quelli che si rallegrano se l’azienda che hanno diretto va male dopo la loro uscita. Per me è una follia: spero che Yoox in futuro vada 100 volte meglio di adesso. Dico spesso che se un vestito è tagliato bene e il tessuto è di qualità, quell’abito rimane straordinario per sempre. Yoox, semplicemente, era il negozio dei miei sogni. È il mio sogno diventato realtà».

Questo è ultimo giorno di lavoro, giovedì 22 luglio 2021 festa in terrazza con il team attuale di Yoox, «e anche con i “vecchi”: ho invitato tutti i miei collaboratori che oggi non sono più qui perché sono andati altrove, il merito di quello che è stato fatto è anche loro e anche loro meritavano il mio grazie».

L’orgoglio più grande, però, in questi vent’anni, non è per Marchetti l’aver avuto ragione (nel 1999 quando cercava soldi per la sua startup nessuno credeva che la moda venduta online potesse diventare un successo). «No, l’orgoglio è che lascio un’azienda italianissima. Ynap è sì un ecosistema complesso, dai dati ai robot al magazzino, ma l’italianità è rimasta. Di svizzero c’è l’azionista ma tutta la struttura è italiana: sede legale in Italia, centro logistico in Italia, centro tecnologico in Italia. Il che significa posti di lavoro, ma anche spirito imprenditoriale e creatività italiana».

Il futuro di Marchetti? L’università, e la sostenibilità. Sulla sostenibilità continua il lavoro nella Sustainable Markets Initiative pensata dal principe Carlo («Un uomo eccezionale e un visionario dell’ecologia: è il suo impegno primario dal 1969, l’anno della mia nascita») che porterà al G20 a Roma e al COP26 di Glasgow. E poi c’è la grande novità della cattedra alla Bocconi (dove si è laureato prima del Mba alla Columbia) creata su misura per lui: dall’8 settembre insegnerà «Creating a Startup in the Digital and Sustainable Economy», «Creare una startup nell’economia digitale e sostenibile». Lezione ogni giovedì e venerdì dalle 10.20 alle 11.50. «Terrò le lezioni, farò gli esami: tutto. Sarò quello che in America chiamano “professor of practice”, uno che insegna perché ha fatto una cosa. Parlano tutti di giovani, NextGen è per i giovani, ma i giovani italiani vanno tutti via, siamo penultimi in Europa nella classifica dei giovani imprenditori. Per me è una chiamata fondamentale, quella della Bocconi: potevo andare alla Columbia, ma sono italiano e per me l’Italia ha bisogno in questa fase dell’impegno di tutti».

Marchetti insegnerà come si crea una startup e, in stile molto marchettiano, indica ai suoi futuri allievi un obiettivo semplice e mostruosamente ambizioso allo stesso tempo: «Io ho inventato il primo unicorno italiano, il prossimo vorrei che lo inventasse un mio studente».

Pubblicato su Corriere della Sera

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